martedì 11 febbraio 2014

6. Giorno


06/08/2013 visita a Canyonland NP, arrivo a Moab


Tipico mezzo americano :)
Come al solito di buon mattino, dopo una rapida colazione in motel, siamo partiti alla volta del prossimo parco, Canyonland. Il parco è suddiviso in tre zone the Needles, Island in the Sky e The Maze, ed è di fatto costituito dai territori erosi dal green river ed il colorado che si incontrano all'incirca al centro del parco. le prime due hanno un accesso su strada asfaltata percorribile da veicoli privati e sono le zone più visitate dai turisti mentre The Maze è la zona più remota, solo raggiungibile con un 4x4 (e a volte nemmeno quello basta). Quest'ultimo è noto per la disavventura di Aron Ralston su cui si è basata il film 127 Ore: il posto esatto è il Blue John Canyon che si trova più o meno qui
Foto da ranteghino, ho strisciato per arrivare lì :D
Percorrendo la statale 191 e poi la 313 siamo arrivati all'entrata nord del parco, nel distretto di Island in the Sky. Da qui, una volta arrivati al Visitor center è iniziata la nostra visita con una prima vista sui canyon: esterefatti. Non sapevamo bene cosa avremmo visto, eravamo un pochino impreparati, pensavamo che con il Grand Canyon avevamo già visto tutto... ed invece qui Il Colorado aveva fatto un lavoro decisamente migliore :) il territorio è talmente esteso da lasciare senza fiato, la vista è veramente a perdita d'occhio.


Abbiamo proseguito la visita riprendendo la macchina per andare fino a Grand View Point dove un facile sentiero (che per un pezzo costeggia lo strapiombo) di un miglio conduce fino al fondo dell'altopiano. 

Da qui si può vedere proprio di fronte la Juction Butte ed il Green River che confluisce nel Colorado. La vista si amplia ancora di più, se possibile.

 Pranzo al sacco all'ombra di un masso, osservando il panorama. Il sole picchia e la visita del parco è praticamente appena iniziata. Ritorniamo alla macchina e dopo alcune soste in altri punti di osservazione raggiungiamo il sentiero che porta al cratere dell'Upheaval Dome. A parte i cartelli che scoraggiano coloro che vogliono stare fuori dai sentieri segnati, che in effetti, inquietano un poco, procediamo fino alla meta: gli studiosi non hanno ancora ben capito cosa sia visto che la struttura è totalmente differente dal terreno circostante. Probabilmente il cratere si è formato in seguito alla caduta di un meteorite oppure le rocce circostanti nettamente più pesanti hanno esercitato una pressione tale da far quasi "scoppiare" il terreno e far fuoriuscire il sale contenuto nello strato più inferiore e dar forma a quello che vediamo oggi. Qui visto da Google Earth .


Upheaval Dome
Riprendiamo il percorso per vedere uno dei simboli di questo parco, il Mesa Arch. Anche qui dopo un breve sentiero di mezzo miglio si arriva al famosissimo arco, a picco sullo strapiombo, che fa da cornice al paesaggio di Canyonland. 




Ritorniamo alla macchina e ci dirigiamo verso Moab dove abbiamo prenotato il motel, il Days Inn di Moab, pulito, ben tenuto e con colazione inclusa (è possibile fare i waffles freschi!), voto 7,5 anche se non proprio economico (il prezzo è simile agli hotel europei). Dopo una sosta al benzinaio ed al supermercato per l'acqua e la frutta per il giorno dopo (visto che nei ristoranti è quasi impossibile trovare qualcosa di sano optiamo per fare colazioni abbondanti, pranzi leggeri al sacco con frutta e snack durante le visite). 
Gli americani cenano presto, per cui ci dirigiamo al Moab Grill, dove ci viene chiesta la carta di indentità per bere una birra (pare che sia un dovere del negoziante, altrimenti la polizia gli fa la multa). Molto soddisfatta del mio Hamburger, Marco (credo che avesse preso una New Yorker), un pochino meno.

Considerazioni: Canyonland è si sicuro il parco che mi è piaciuto di più di tutto il viaggio. A posteriori credo che sarebbe stato bello insinuarsi a cavallo o con un 4WD nei canyon e avere almeno due giorni da dedicare a Island in the Sky.

Da vedere: La senza dubbio il Mesa Arch e il Grand View Point. 
Si può saltare: Meglio non saltare nulla!
Avrei voluto vedere: il Dead Horse Point, qui termina il film Thelma e Louise, a posteriori ora vorrei tornare per vedere Needles e the Maze.

martedì 4 febbraio 2014

5. Giorno

05/08/2013 visita alla Petrified Forest, Canyon de Chelly, Monument Valley, arrivo a Blanding


 American Best Value Inn, il tipico motel Americano da film, la maggior parte dei motel sono così.
Di buon mattino, dopo un'abbondante colazione americana doc visto la giornata più lunga di tutto il viaggio ci siamo diretti verso il parco della "Petrified Forest".



Il tempo purtroppo non ci ha assistito e così abbiamo visitato il parco (deserto...le 7 del mattino è troppo presto??) sotto una pioggerellina e nuvoloni minacciosi...

Gli alberi di questa foresta erano presenti nel tardo triassico: la zona era sottoposta periodicamente ad allagamenti, così gli alberi caduti venivano ricoperti da acque contenenti cenere vulcanica. L'acqua permetteva al silicio presente in questi depositi alluvionali di sostituirsi pian piano alla struttura organica del legno formando i cristalli di quarzo che oggi vediamo a forma di tronchi. Le differenti colorazioni sono dovute ai metalli presenti combinati al silicio: il rosso, colorazione principale, è dovuta all'ossido di ferro.


                                 

Il parco è così vasto che è possibile vedere la fine della pioggia, molto comune negli states dove spesso il paesaggio si estende fino a perdita d'occhio. 
Il territorio fa parte del Colorado plateau e quindi le formazioni rocciose si comportano come nel Grand Canyon essendo formate dalla roccia Chinle di tipo sedimentaria.

Marco molto infastidito dal mal tempo.

Verso la parte nord del parco si può apprezzare il cambiamento dei colori del territorio vista la vicinanza del painted desert. I colori più vivaci di questa zona nonostante il tempo, ci hanno fatto apprezzare di più il parco. 

Usciti dal parco abbiamo ripreso il nostro percorso verso nord e verso la tappa successiva, il Canyon de Chelly (si pronuncia shei), presso Chinle all'interno della riserva indiana Navajo. Il canyon è stato spesso usato come set cinematografico e quindi risulta abbastanza noto ai più almeno per l'aspetto. Il tipo di formazione è di nuovo la stessa del Gran Canyon ed è tutt'ora abitato dagli indiani, per cui non è permesso fotografare gli edifici e le persone se non con il loro permesso. La discesa lungo il white house trail per la visita della White House dura circa un'oretta, (contate con qualcosa in più per la risalita) e se la fate come noi a mezzogiorno portatevi dietro più acqua di quanto pensate sia necessaria. 



Una volta arrivati sul fondo con una camminata di pochi minuti arriverete alla White House, i resti dell'insediamento Anasazi .
White House
Dopo aver gironzolato sul fondo del Canyon, essersi riposati all'ombra di un'albero guardando il panorama, il cielo azzurro in contrasto con le rocce rosse siamo ritornati alla macchina. Pranzo veloce al Subway di Chinle e poi via, verso la Monument Valley.



Man mano che ci avvicinavamo il terreno circostante iniziava sempre di più a somigliare a quello della conosciutissima vallata. 



Così arrivare alle spalle dei "monumenti" quasi non stupisce perché arrivando da sud il panorama passa gradualmente da totalmente pianeggiante alla continua presenza questi colossi di roccia erosi. Osservarli invece dal lato orientale ed immaginare come i primi coloni alla ricerca del west in viaggio da giorni su sterminate pianure si trovarono davanti questi monoliti che si ergono dal nulla, lascia assolutamente senza fiato.







Dopo molte fermate e molte foto siamo ripartiti verso Blanding, mancavano ancora molte miglia all'arrivo.

Cena al Homestead Steakhouse di Blanding, abbiamo atteso a lungo, il locale era pienissimo. La carne era buonissima ma evitate la root bier che è imbevibile. 
Motel: Prospector Motor Lodge tirando le somme uno dei peggiori motel in cui abbiamo pernottato. voto 5.

Mexican Hat e Twin Rocks, due piccole località verso Blanding, l'unico posto dove avevamo trovato un motel.

Considerazioni: Quasi di sicuro la prima visita della giornata è stata rovinata dal tempo... in generale per poter vedere tutto e la mancanza di disponibilità di hotel ci ha costretti ad organizzare la visita in questo modo, 3 visite con più di 4 ore di macchina e 250 miglia. Probabilmente avessimo prenotato con più anticipo avremmo trovato qualcosa intorno a Chinle e avremmo potuto fare qualche altro giro nel Canyon de Chelly.

Da vedere: La Monument Valley ed il Canyon de Chelly sono imperdibili.
Si può saltare: se il tempo manca decisamente la Petrified Forest. 
Avrei voluto vedere: Forse sarebbe valsa la pena di pagare l'ingresso alla Monument Valley e passare un pochino più sotto i colossi di roccia? Non so se lo spettacolo sarebbe cambiato molto...